La corsa all’AI tra USA, Cina ed Europa.

Questi primi anni del nuovo secolo hanno fatto da nursery per una ulteriore sfida, fra mille
altre, tra le superpotenze planetarie Cina, USA ed Europa, per la supremazia nel campo,
genericamente detto, dell’Intelligenza Artificiale. La sfida non è solo tecnologica, essa coinvolge
implicazioni geopolitiche, economiche, militari, culturali, etiche ed altre.
Qui esamino, succintamente, strategie, sviluppo e implicazioni che l’Intelligenza Artificiale pone
negli Stati Uniti, Cina ed Europa, delineando l’approccio di ciascuna ‘super-nazione elettronica’
e il vantaggio competitivo che ne ricava nella corsa per il predominio della “propria via
all’Intelligenza Artificiale”.
Naturalmente ne scaturiscono preoccupazioni sociali, politiche ed etiche relative all’A.I. e al suo
effetto sulle relazioni di potere globali.


Introduzione
L’intelligenza artificiale (c.d. AI) è rapidamente diventata una delle frontiere tecnologiche più
critiche, con profonde implicazioni per l’economia globale, la sicurezza nazionale e la struttura
sociale. Tuttavia, con lo sviluppo delle tecnologie AI, sta maturando una nuova corsa globale
per guidare l’innovazione in tre macro-regioni planetarie: Stati Uniti, Cina ed Europa. Ognuno
dei grandi attori che si muovono su questo palcoscenico, in questa rappresentazione mette in
campo ogni sforzo per realizzare la propria strategia, la propria via, per raggiungere la
supremazia AI. Tale percorso presenta approcci profondamente intrecciati con i loro interessi
geopolitici (ovvio), coi propri modelli economici e coi propri sistemi di governance.
Fatta questa doverosa e ‘banale’ premessa, dato quindi il contesto, cercherò di sintetizzare
qual è, al momento, lo stato di avanzamento dello sviluppo AI in queste regioni; quali sono le
loro strategie per essere il “Campione Mondiale” della corsa AI globale e quali sono le maggiori
implicazioni geopolitiche delle loro iniziative AI.

L’intelligenza artificiale negli Stati Uniti: l’approccio è guidato dal mercato.
Gli Stati Uniti sembrano essere la ‘nazione’ più attiva nella ricerca e nello sviluppo dell’AI,
principalmente grazie agli sforzi dei privati. I giganti della tecnologia come Google, Microsoft e
OpenAI sono alcuni dei principali contributori alle innovazioni nell’AI e stanno guidando i
progressi nei grandi modelli linguistici, nei sistemi autonomi e nell’intelligenza artificiale
generativa. Il modello statunitense di sviluppo dell’AI è situato nella sua economia di mercato
aperto, dove le aziende private hanno accesso a immensi capitali circolanti e a partnership con
centri di ricerca ed università.
Ciò è ulteriormente esemplificato dall’investimento multimiliardario di Microsoft in OpenAI.
Tuttavia, si manifesta viva preoccupazione per la centralizzazione del potere, del possesso e di
gestione conseguenti all’affermarsi dell’AI all’interno di poche grandi aziende.
Tale caratterizzazione può portare a una monopolizzazione delle tecnologie dell’AI, col rischio
associato dell’aumento delle disuguaglianze sociali o addirittura anche alla perdita di posti di
lavoro.
Tuttavia, gli Stati Uniti continuano a guidare l’innovazione dell’AI principalmente in base al
proprio ecosistema imprenditoriale e alla disponibilità di risorse informatiche diffuse e
sbalorditive.

L’Intelligenza Artificiale in Cina: una risorsa strategica.
Contrariamente all’approccio nell’area degli Stati Uniti, che è ampiamente guidato dal mercato,
la Cina ‘governa’ l’AI in modo più stringente e la considera una risorsa strategica per il suo sviluppo non solo nazionale. Il governo cinese ha investito in modo significativo nella ricerca
sull’AI tramite il suo progetto “Made in China 2025”. La Cina, è evidente, punta a diventare un
leader mondiale entro il 2030 nel mercato dell’AI.
Le strette relazioni governative con le aziende tecnologiche cinesi, creano un mezzo per la
rapida distribuzione delle tecnologie di AI in tutti gli ambiti di interesse nazionale ed extra
nazionale.
La Cina ha anche integrato l’intelligenza artificiale nel suo apparato di sicurezza nazionale
(come tutti del resto) per rendere ancora più ‘efficienti’ la sorveglianza, la censura e il controllo
della popolazione.
Usa l’AI per conquistare i mercati globali (come tanti). Ci sono molte evidenze che aziende
cinesi esportano sistemi di sorveglianza permeati di AI verso altri ‘regimi’ in tutto il mondo,
aumentando così la diffusione della propria influenza guidata dall’AI. Questo modo di interagire
con altre nazioni ha causato una certa preoccupazione in Occidente sulle implicazioni
geopolitiche delle ambizioni in tema di AI della Cina.

L’Intelligenza Artificiale in Europa: equilibrio tra innovazione e regolamentazione.
L’Europa ha seguito un percorso fondamentalmente diverso da Usa e Cina nella corsa all’IA,
una propria via tutta etica, regolamentando lo sviluppo e le applicazioni derivate, come
meccanismo primario per stabilire standard etici e proteggere i diritti individuali.
Mentre alcune aziende europee (tedesche e francesi principalmente) stanno emergendo come
attori importanti, sul proscenio planetario dello ‘sviluppo, produzione e applicazione’ dell’AI,
l’Europa è rimasta indietro rispetto alla Cina e agli Stati Uniti nell’innovazione su larga scala
guidata dall’IA.
Viceversa l’AI Act dell’UE, che si pone l’obiettivo di regolamentare i sistemi di IA in base al loro
livello di rischio, posiziona l’Europa come leader nello sviluppo responsabile dell’IA.
E’ molto interessante difendere e promuovere questa scelta europea, per poter scoprire se
questa ‘via europea all’AI’, avrà come effetto collaterale quello di rallentare l’innovazione nel
nostro continente o, al contrario, di stabilire l’Europa come un rifugio sicuro per l’IA Etica.
La nostra cara Europa, comunque, sta anche cercando di costruire la propria infrastruttura
nell’IA, per ridurre in maniera significativa la dipendenza dalle tecnologie americane e cinesi,
proteggendo i dati sensibili all’interno del continente.

Le implicazioni geopolitiche.
La competizione tecnologica per la supremazia planetaria per l’AI tra queste tre potenze globali
è anche naturalmente una lotta geopolitica. E’ facile ipotizzare che avere ‘la supremazia’
nell’industria dell’AI ha come riflesso anche quella riguardante il potere militare, la crescita
economica e l’influenza politica.
Ciò determina la natura, la ricerca e l’applicazione dell’AI nel prossimo futuro. Essa avrà un
ruolo importante nella sicurezza informatica, nella guerra ‘automatica e/o di automi’ e,
sempre più, nelle campagne di disinformazione per orientare e governare masse mediamente
acculturate e prive di consapevolezza critica.
Mentre gli Stati Uniti e la Cina stanno lavorando per integrare l’IA nelle loro capacità militari,
l’Europa non si oppone a che l’AI pervada le esistenze dei propri popoli, non la combatte, non
la frena, e tuttavia, dato che l’IA ha il potenziale per essere trasformata in un’arma, l’Europa
rimane impegnata a garantire che la tecnologia venga utilizzata nel modo più morale e
responsabile possibile. Le proprie radici culturali hanno il sopravvento avverso le visioni
mercantili o di controllo sociale che intanto si affermano.

C’è in effetti un forte timore che certe ‘forzature’ possano ritorcersi contro la stabilità globale.
Man mano che l’IA continua a maturare, può essere che essa stessa possa ‘entrare in
contraddizione’ con certi quadri politici e potrebbe persino creare animosità tra quelle forze del
mondo che si agitano avendo per obiettivo una sorta di governo ‘unitario/unificato’ dei futuri
assetti globali.

Conclusione
La competizione nell’IA è “il Nuovo Mondo” o solo “la Nuova Frontiera” del 21° secolo e gli Stati
Uniti, la Cina e l’Europa stanno tracciando percorsi diversi verso il futuro per assicurarsi di
diventarne i leader.
Ruoli diversi quindi per le tre aree del pianeta: gli Stati Uniti possono essere leader
nell’innovazione, governandone soprattutto i ‘flussi intellettuali’ e la ‘collocazione vantaggiosa
nel mercato globale”, l’approccio della Cina le conferisce un vantaggio unico, già altamente
diffuso, nella ‘cogestione di poteri politici’ con governi e autoritarismi crescenti, l’attenzione
dell’Europa è invece tutta dedicata allo sviluppo etico dell’IA, fornendone un modello
alternativo alle altre due, cercando una sorta di “annacquamento” o meglio “sviluppo modulato
da valori etici”. Scelta, questa, molto ardua.
L’esito di questa “gara” che si corre su una pista a tre corsie, in uno stadio senza mura e
confini, deciderà non solo il futuro dell’IA, ma anche le strutture di potere politico, economico
e militare globali per i decenni a venire.
Man mano che l’IA si evolverà, la questione della regolamentazione e del controllo diventerà
sempre più importante. Queste due ‘parole’, che in altri ambiti farebbero rabbrividire,
impongono, invece, di raggiungere il giusto equilibrio tra innovazione, etica e benessere
sociale.
Nell’interesse e avendo lo scopo di garantire che l’IA serva l’umanità e non viceversa, evitando
che conduca a un aumento dell’autoritarismo, delle disuguaglianze e delle ulteriori non
necessarie tensioni geopolitiche.

Enzo Luongo

Consiglio Direttivo di UNIDPO

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